domenica 6 aprile 2008

venerdì 4 aprile 2008

Senza Parole

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Torturato 33 anni nelle carceri cinesi
"Ci resta solo la forza della verità"

il monaco buddista Palden Gyatso racconta: "Se prendono il tuo corpo non fa niente, se s'impadroniscono della tua mente, allora sei davvero morto" di ANAIS GINORI
IMMAGINI di JOAKIM ENEROTH

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Atrocità

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"Quando mi arrestarono, nel 1959, stavo studiando nel monastero di Drepung. Per estorcermi una confessione, i cinesi mi picchiavano dopo avermi sospeso legando e tirando le mie braccia all'indietro fino al soffitto. Sempre in questa posizione, appiccavano il fuoco per bruciarmi le dita dei piedi. Alcune volte buttavano tra le fiamme polvere di peperoncino, così tutto il corpo diventava incandescente e gli occhi sembravano brace. Il dolore più terribile arrivava dopo, quando dovevo andare all'aperto per fare i lavori forzati, mezzo cieco e con le piaghe ancora purulente. Tra noi, chi non moriva di tortura, moriva di stenti e fame.

"La mia storia dimostra che gli occidentali, se lo vogliono, possono provocare dei cambiamenti. Purtroppo, molti Paesi democratici oggi sembrano interessati solo al denaro e agli affari.
La Cina è potente, e noi abbiamo soltanto la forza della verità".
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